Confessioni di un figlio del secolo. Il broncio della rockstar

Il nostro parere

Confessioni di un figlio del secolo (2012) FRA di Sylvie Verheyde
Inizi ottocento.Un giovane, disegnato sulla figura di De Musset ed interpretato dal Rocker Pete Doherty, scopre che la sua innamorata l’ha tradito. Profondamente deluso, cade in un vortice di depressione dedicandosi al più puro libertinaggio, affogando nel sesso, nell’alcol e nelle droghe il proprio dolore. A seguito della morte del padre, conosce una vedova più grande di lui (Charlotte Gainsbourg) di cui si innamora ricambiato. La paura di perdere anche lei lo spinge a rendere la vita di entrambi impossibile fino a far cadere tutto.
Il brutto doppiaggio del film complica ulteriormente la recensione della pellicola, anche se le imbronciature di Doherty stancano assai presto fino ad irritare. Al di là dell’accoglienza riservata al cantante, è decisamente lui il punto debole dell’operazione, poggiata esclusivamente sulle spalle della Gainsbourg. Lei è forte, tenace e sa passare con scioltezza da Von Trier a qualunque autore, ma è troppo poco per valutare positivamente un film slabbrato e stanco.

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