Città di carta. Innocuo

Il nostro parere

Città di carta (2014) USA di Jake Shreier

Quentin ama fin da piccolino Margo, ma è un nerd e si deve limitare ad ammirarla da lontano mentre lei, sempre più bella, diventa la ragazza più ammirata della scuola. Una notte, però, Margo lo cerca e insieme a lui compie una serie di scorribande. La mattina successiva Margo è scomparsa e Quentin si getta sulle sue tracce insieme ai suoi grandi amici, in un viaggio che li farà crescere e maturare.

John Green è un Moccia d’oltreoceano. Nei suoi libri si tratteggia il mondo romantico di teen ager alla ricerca di se stessi. Mentre altri romanzieri inventano mondi futuribili improbabili in cui ragazzini combattono contro un mondo di adulti insensibile, qua si ritorna alla realtà, puntando sulle qualità interiori che inevitabilmente fanno emergere le vere personalità dei ragazzi

Dopo Colpa delle stelle, questo è la seconda opera tratta dai libri di Green. Come la prima è un insieme di romanticume e sdolcinatezze degne degli anni ’50. Non è tanto la descrizione del mondo esterno (gli adulti sono assenti e non ne escono bene), ma l’idea stessa che i ragazzini o abbiano enormi problemi o sono questo insieme di banalità da Baci Perugina a cozzare. Si passa dalla ribellione all’insulsaggine. Non esiste una via di mezzo?

Il film è comunque innocuo, professionale, scorrevole tutto sommato se non fosse profondo come una pozzanghera. Cara Delevigne è davvero poca cosa, fino ad ora.

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