Chiamami col tuo nome. L’amore giovane

Il nostro parere

Chiamami col tuo nome (2017) ITA di Luca Guadagnino

Estate 1983. Nella villa nella campagna cremasca, arriva Oliver, dottorando universitario che studia con il padre del diciassettenne Elio. Dopo una breve conoscenza scoppia la passione tra i due: una passione senza confini che sconvolge la vita di entrambi.

Luca Guadagnino è molto più apprezzato all’estero rispetto all’Italia, dove ha sempre ottenuto risultati poco esaltanti al botteghino. Il successo mondiale ha lanciato questo film che è, probabilmente, il migliore del regista italiano per l’equilibrio tra immagini e parole. I paragoni per parti dell’opera si sprecano e danno la dimensione dei riferimenti culturali e cinematografici alla base della visione filmica di Guadagnino. Bertolucci, Techinè e Visconti sono i modelli. Da Visconti, Guadagnino prende la disposizione degli oggetti, la ricostruzione degli interni accurata e metodica. Gli anni 80 (riferimenti politici forzati a parte) sono ricreati con apparente noncuranza mentre invece vi è una maniacale attenzione ai dettagli nascosti, al modo di concepire la vita del periodo che è chiaramente idealizzata, ma efficace.

I quaranta minuti iniziali sono la parte meglio riuscita, prima che la passione sessuale travolga i protagonisti diventando centrale ed imperante. Guadagnino è più affascinante quando lascia intuire, quando la macchina da presa accenna ai sentimenti, ai guizzi dei personaggi. La colonna sonora, abile rispecchiamento dei sentimenti del protagonista, è delicata e avvolgente, aiutando alla immersione nella soleggiata e afosa campagna cremasca del passato, un tuffo nei ricordi e nei rimpianti. Tutto è mostrato come perfetto e eterno, come solo l’occhio di un adolescente può immaginarsi un’estate. Timothy Chalamet è davvero notevole nell’interpretare tutto ciò

 

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