Casablanca – Il classico

Il nostro parere

Casablanca (1942) USA di Michael Curtiz

Casablanca, 1941: la città pullula di profughi che tentano di ottenere il visto per gli Stati Uniti d’America. Prima di venir catturato dalla polizia coloniale francese, Ugarte affida a Rick, proprietario del Café Américain, alcune lettere di transito in bianco sottratte a due tedeschi uccisi.

Uno dei film più famosi della storia del cinema. I motivi? L’amore, il sacrificio, il coraggio. Non si deve però dimenticare la chimica tra gli attori, il carisma di Bogart così perfetto in un ruolo disegnato sul suo volto, sul suo labbro che lascia cadere pendula la sigaretta, sul suo sguardo disilluso.

Non bisogna però dimenticare il ruolo essenziale di Curtiz magistrale nel costruire il pathos di diverse scene tra cui la leggendaria Marsigliese cantata a squarciagola dagli avventori del locale. C’è però anche una sceneggiatura magistrale che resta un pelo sotto la retorica lasciando parlare le immagini e gli sguardi ancora prima delle stesse parole pronunciate in una nuvola di fumo.

Siamo in piena guerra. Quando il film viene girato non si sa ancora chi sarà il vincitore, eppure tutto appare chiaro vedendo l’opera. Sembra che la vittoria fosse un flusso inevitabile perchè gli alleati erano mossi da valori internazionali e solidali che superavano la brutalità nazista e la rendevano sconfitta ancora in partenza.

La cosa migliore sta nella definizione dei caratteri, nelle parole taciute durante i dialoghi che si comprendono talmente bene solo guardando gli occhi dei protagonisti. Romanticismo? Magari ce ne fosse così!

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