Brooklyn’s finest. Poliziotti in crisi

Il nostro parere

Brooklyn’s finest (2009) USA di Antoine Fuqua

Le storie parallele di tre agenti, tutti in profonda crisi, tutti segnati da una serie di esperienze negative che li hanno resi disperati e confusi, si intrecciano nel corso di alcune notti. Eddie è ad un passo dalla pensione, è disilluso, spento e amareggiato. Ormai è abituato a girarsi dall’altra parte, spera solo che la prostituta con cui si vede lasci la strada per diventare una donna redenta al suo fianco. Ma la realtà non è così. Tango è infiltrato in una band che deve far catturare. Il capo, Casanova Philips, gli ha salvato la vita ed il legame con lui è troppo forte, supera il lavoro perché è l’ultima famiglia che gli è rimasta dopo che la moglie lo ha abbandonato. Sal, invece, ha una famiglia e la moglie aspetta due gemelli. Sal vuole comprare una nuova casa più grande poiché la coppia ha già tre figli, ma non ci sono i soldi. L’unica speranza è rubarli a qualche spacciatore. I soldi diventano un’0ssessione.

Antoine Fuqua ha più volte toccato questi temi, delineando sempre personaggi borderline, scegliendoli proprio per i dilemmi etici e personali che necessariamente sorgono con questi tipi di professione. Racconta sempre una città notturna, violenta, oscura in cui gli uomini si perdono, cercano una redenzione che difficilmente arriva. Di fronte a loro, umani e fragili, ci sono mostri che li tentano, possibilità che aspettano solo di essere colte, anche se illegali, violente.

L’intreccio si dipana con abilità, grazie all’alternanza delle tre vicende che raggiungono il climax contemporaneamente creando una tensione crescente senza cali di ritmo. Le diverse scelte compiute riscattano o condannano i protagonisti. Non c’è pace per nessuno, però. Fuqua è professionale e potente, ma non abbandona quasi mai la superficie degli avvenimenti limitandosi a mostrarli senza uno stile personale e originalità.

 

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