Birds of prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn

Il nostro parere

Birds of prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn (2020) USA di Cathy Yan

Dopo essersi separata dal Joker, Harley Quinn si unisce al gruppo Birds of Prey insieme alle altre tre eroine Black Canary, Hunter e Renée Montoya, per salvare una ragazza dal malvagio re del crimine Black Mask.

Lo stile Suicide squad dovrebbe essere politicamente scorretto ma il limite con l’eccesso e il cattivo gusto è davvero sottile. La regista Yan spesso travalica questo confine e si perde nella compiaciuta ricerca dello sberleffo e del kitsch. L’idea è di sollevare le sorti della DC, che subisce impietosamente il confronto con la Marvel, attraverso la destrutturazione dei supereroe. Quando l’ironia è riuscita, Birds of prey appare anche piacevole, ma spesso cade.

Cade nella costruzione di una trama sgangherata e slegata, anche se c’è una originale concezione del tempo attraverso la narrazione diacronica, quasi a seguire il flusso di pensiero di Harley. Cade perchè la bella idea del woman power viene declinata attraverso un modello maschile, più definito nella coreografia dei combattimenti piuttosto che nell’approfondimento dei personaggi.

Il cattivo si adatta al modello cartoon e finisce per essere davvero scontato, fin troppo semplice simpatizzare con Harley piuttosto che con questo vilain da macchietta.

Il pregio sta nella conduzione leggera e nella furba stesura della trama che riesce ad essere divertente.

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