Ben Hur. Chi gliel’ha fatto fare?

Il nostro parere

Ben Hur (2016) USA di Timur Bekmambentov

La storia di Ben Hur è famosissima. Si può capire che i giovani, il pubblico di oggi, non conoscano tutti i dettagli, però non è necessaria la vocina fuori campo che spiega tutti i sentimenti dei protagonisti, segnale che si considera gli spettatori incapaci di intendere e di volere. Si può capire anche che si voglia dare un taglio diverso per cercare una propria interpretazione della vicenda.

Quello che non si può capire invece è scrivere una sceneggiatura sciatta ed insensata che peggiora in ogni istante la narrazione rispetto all’originale. Là dove tutto assumeva un senso, è stato sostituito con un cumulo di sciocchezze che rendono i fatti irrazionali ed incongrui. Nella versione di Wyler c’era certamente un’idea di famiglia patriarcale e molto tradizionale che cercava dignità nella convenzione, ma era senza dubbio meglio del pastrocchio buonista del finale, delle mediocri analisi sociologiche, della psicologia piatta e banale, della considerazione misera rivolta alle donne che vengono descritte in modo unidimensionale, esclusivamente decorative e senza anima.

Sorvolando sull’interpretazione anonima e dozzinale (nessuno si salva), a Bekmambetov manca l’abc per guidare un kolossal, oppure il coraggio di dire no a produttori incapaci ed ingordi, senza alcuna idea.

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