Beauty (2018) ITA di Nicola Abbatangelo
In un mondo grigio, Henry creò i colori. Riuscì a intrappolarli all’interno di piccole palle di vetro per donarli a sua moglie malata, ma non riuscì a salvarla. Da quel giorno ha cominciato a produrre palle colorate senza sosta, coinvolgendo i suoi quattro figli maschi ma rifiutandosi di condividere con il resto del mondo quell’incredibile magia e litigando per questo con il suo figlio più piccolo, Stick. Vent’anni dopo, Stick torna a casa perché suo padre sta morendo.
Fare un musical per un italiano è già difficile per la scarsa attitudine della nostra cinematografia al genere (se non nella versione musicarella), farlo ambientandolo in un’atmosfera profondamente dickensiana è una sfida impossibile. Tuttavia, l’idea di Abbatangelo di utilizzare il cortometraggio come mezzo è la chiave del successo di un’opera comunque piacevole interessante.
La prova successiva di Abbatangelo è stata meno riuscita mentre in quest’opera mostra un certo afflato poetico e una regia di stampo teatrale. Da ammirare per il coraggio e da apprezzare per la qualità complessiva.