Avengers: infinity war

Il nostro parere

Avengers. Infinity war (2018) USA di Joe e Anthony Russo

Thanos vuole sterminare metà dell’umanità usando le sei gemme elementari che garantiscono l’onnipotenza. Gli Avengers e i Guardiani della Galassia dovranno fermarlo. Tutti gli Avengers sono chiamati a combattere per fermare questa orribile strage, tutti sono in prima fila a combattere per salvare l’umanità e se stessi dal pericolo più grande.

Infinity war è esattamente quanto ci si aspetta: un contenitore immenso di storie, personaggi, avventure e colpi di scena. E non è finita poichè la saga non si esaurisce per via dell’ultimo episodio, Endgame, annunciato per aprile. In questo baillamme vi è sia l’azione che il divertimento, inserito dal contrappuntare di battute fulminanti inseriti nelle scene di combattimento. L’intero universo Marvel viene condensato in circa 150 minuti dove si delineano e si riprendono storie d’amore (Stark/Pepper – Hulk/Natasha – Visione/Scarlet – Starlord/Gamora) nonchè inimicizie, diffidenze, dubbi e paure.

I fratelli Russo riescono a padroneggiare l’incredibile quantità di spunti, i diversi filoni che si allontanano per poi intrecciarsi improvvisamente, la messe di caratteri in un melting pot mai noioso, lucido e  altamente spettacolare. Lo fanno con maturità mantenendo un timido equilibrio tra dramma e commedia, dosando le scene madri, utilizzando un registro brillante che non sdrammatizza eccessivamente il momento tragico che si sta vivendo.
Si può lamentare l’eccessiva semplificazione di alcuni momenti  ma era possibile fare diversamente? Qua siamo di fronte ad una complessa macchina da divertimento, pensata esclusivamente per fare soldi e attrarre masse di adolescenti. Da questo punto di vista l’obiettivo è perfettamente raggiunto. Ma i Russo non si sono limitati a questo. Hanno saputo, infatti, trovare una chiave alternativa all’ovvia mescolanza di effetti speciali visivi e sonori, ricercando la difficile strada della narrazione epica che gli è anche riuscita in alcuni momenti. Proseguire su questa strada non sarà semplice anche perchè il finale (non è spoiler, ma l’ovvietà) positivo costringerà la sceneggiatura a numerose forzature che limiteranno di molto le scelte artistiche.
Un ricordo per Stan Lee, inventore di questo microcosmo, è doveroso.

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