Animali Fantastici – I segreti di Silente

Il nostro parere

Animali fantastici – I segreti di Silente (2022) USA di David Yates

Il professor Albus Silente sa che il potente mago oscuro Gellert Grindelwald ha intenzione di prendere il controllo del mondo magico, ma non può fermarlo da solo. Per questo, toccherà al Magizoologo Newt Scamander guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso pasticciere babbano.

Gli sguardi persistenti, i ricordi malinconici di un amore che non potrebbe essere, la passione ribollente nell’ambiente signorile di un tè pomeridiano: la scena iniziale di “Animali fantastici: i segreti di Silente” è calda. Jude Law e Mads Mikkelsen portano in questo momento una straordinaria presenza sullo schermo e un sottile senso di emozione.

L’inizio però non è rispettato perché il resto del film è professionale e impeccabile, ma mai stimolante.  Questa terza puntata è in qualche modo un miglioramento rispetto al cupo “I crimini di Grindelwald” del 2018 ed è quasi alla pari con il primo film della serie, “Animali fantastici e dove trovarli” del 2016, in termini di puro divertimento.

Il film è pieno di molti personaggi, troppa trama e poca magia reale. David Yates è tornato ancora una volta come regista, dopo aver diretto i due precedenti “Animali fantastici” e gli ultimi quattro film di “Harry Potter”. Lo sceneggiatore veterano di “Potter” Steve Kloves torna in questo mondo, unendosi a J.K. Rowling, creatore dell’intero universo, che ha scritto le prime due sceneggiature da sola. Nonostante tutto ciò, o forse proprio per questo, “I segreti di Silente” si disperde in troppi rivoli.

Newt Scamander di Eddie Redmayne, il magizoologo che è stato il nostro canale in questo mondo magico che precede il Potterverse di circa 70 anni, non è nemmeno il personaggio principale qui. È un ingranaggio volubile e irrequieto nella macchina del giovane Albus Silente di Law, che escogita schemi all’interno dell’accogliente tepore di vari giubbotti e sciarpe. La storia d’amore di Silente con il cattivo Grindelwald (Mikkelsen, che prende il posto di un tormentato Johnny Depp) si dissolve perché Grindelwald ha idee discutibili su come affrontare i Babbani: vuole sradicarli completamente. Il senso opprimente della minaccia viene rafforzato dal chiarissimo riferimento al nazismo, richiamato dall’ambientazione nella Berlino degli anni ’30.

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