Alta moda – Sarte

Il nostro parere

Alta moda (2021) FRA di Sylvie Ohayon

A Parigi, la responsabile della sartoria Dior assume come stagista la ragazza che le ha rubato la borsetta in metropolitana. Esther vede in Jade la persona adatta a cui trasmettere le sue competenze: il mestiere di sarta.

La sceneggiatura, per la sua sequenza di risvolti, semplificazioni di una giovane apprendista di periferia, si sviluppa su una visione generosa e quasi utopica della Francia di periferia che incontra lo spazio del luogo del potere, ovvero Parigi e la Maison Dior.

Si legge qui un tentativo generoso e utopico di combattere la frattura sociale per una nuova coesione, in particolare nella bella storia di trasmissione e di amore filiale tra i personaggi interpretati da Lyna Khoudri e Nathalie Baye. Pascale Arbillot, Claude Perron e Clotilde Courau offrono interpretazioni gustose pur in ruoli secondari.

La storia non è molto innovativa ed è viziata da alcuni difetti quali i tagli bruschi durante scene emotivamente forti.  Il finale, poi, eccessivamente ottimista appare quantomeno semplificatorio. Tuttavia, non si può non applaudire alla prova ottima del cast e alla finezza di alcuni dialoghi, contrapposti ad altri un po’ grevi.

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