All eyez on me. Rap mortale

Il nostro parere

All eyez on me (2017) USA di Benny Boom

Il genere del biopic musicale è estremamente frequente in America. La vita di tantissimi artisti è finita sullo schermo. Da Cole Porter a Benny Goodman nei tempi andati fino a Miles Davis, Johnny Cash ecc. ecc. Ora è la volta di Tupac Shakur che unisce quanto scritto sul genere alla precoce morte, una morte violenta nell’ambito di una lotta tra gang  nel mondo del rap.

La vita di Tupac è controversa fin dalla nascita. Figlio di un’attivista delle Black Panther accusata di omicidio, cresce senza padre e in perenne fuga dai controlli dell’FBI. Dalla West Coast comincia la sua ascesa nel mondo del rap che gli permette rapidamente di diventare famosissimo ovunque per la sua musica. Purtroppo per lui, Tupac è anche famoso per le sue intemperanze e per essere finito spessissimo in carcere.

Boom mette in scena un Tupac fin troppo aggraziato e buono (solo nella parte finale mostra qualche cedimento al ritratto agiografico) che è sempre vittima. L’opera è completamente dalla sua parte, sposando chiaramente la teoria che fosse perseguitato e colpito per le sue idee. La descrizione positiva del personaggio si scontra con quanto ha vissuto e con chi ha frequentato, al di là dell’effettiva particolarità dell’uomo che emergeva rispetto agli altri sia per contenuti che per l’afflato sociale e politico delle sue canzoni.

La convenzionalità dell’occhio del regista impedisce di avere un quadro chiaro di quegli anni che vengono descritti con superficialità. In aggiunta il film è decisamente troppo lungo rispetto a quanto voleva raccontare. La tendenza allo stereotipo racchiude la madre, la sorella (praticamente dimenticata), i manager in tante caselle preordinate che cercano di confermare la tesi di partenza, ovvero che Tupac ha poche colpe ed è stato imbrogliato troppo spesso.

A parte l’offesa che si fa all’uomo che non ne azzecca una per quanto riguarda il busines, risulta difficile che in quell’epoca si potesse distinguere con così tanta chiarezza i buoni dai cattivi. Qua invece si esagere.

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