Aline – La voce dell’amore

Il nostro parere

Aline – La voce dell’amore (2020) FRA di Valerie Lemercier

La giovane Aline cresce in Quebec in una numerosa famiglia di musicisti. Quando la sua voce d’oro viene scoperta, il produttore musicale Guy-Claude vuole fare di lei la più grande cantante del mondo.

Ispirandosi alla vita di Céline Dion, la regista, sceneggiatrice e attrice Valérie Lemercier porta sul grande schermo un omaggio alla cantante che non è solo un film biografico ma anche un ambizioso melange di generi, in cui dramma, commedia e musica si fondono.

Il film è una divertente storia di formazione in quanto la protagonista raggiunge il successo; il brutto anatroccolo che diventa cigno. L’unica perplessità che sorge è la scelta di Lemercier di interpretare Aline anche in età puberale, con alcuni effetti digitali che le conferiscono un che di inquietante. La somiglianza di Lemercier con Dion funziona solo nella parte finale anche grazie al meticoloso lavoro che ha dedicato per rappresentare le movenze e lo stile della cantante.

Il background teatrale di Lemercier è palpabile, dal modo in cui dirige i suoi attori: i personaggi bilanciano le loro interpretazioni tra istanze comiche sopra le righe e momenti delicati di ricerca dell’anima, quasi come se stessero mettendo in scena una stravagante performance di Commedia dell’arte dove lo spettacolo parla del collettivo piuttosto che dell’individuo. In effetti, senza tutti i personaggi che delineano la vita di Aline, l’immagine non sarebbe così efficace. Poco importa distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.

Aline è pieno di candore, ma la narrazione richiede troppe licenze con una visione eccessivamente edulcorata della vita dell’artista.

 

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