Alien Covenant. Come nacque il mostro

Il nostro parere

Alien covenant (2017) USA di Ridley Scott

L’astronave USCSS Covenant, in missione di colonizzazione planetaria, viene indotta a raggiungere un altro pianeta, apparentemente più ospitale. Appena giunti sarà ovviamente l’ecatombe poichè i neomorfi (gli Alien prima di Alien) massacreranno l’equipaggio. Come al solito, sopravvive una sola donna, ma come?

Nel 1979 l’arrivo di Alien fu una grande sferzata d’energia. Si affermava un’eroina donna, Ripley, così distante dai modelli femminili fino ad allora in vigore. Inoltre si mescolava il genere horror con la fantascienza. L’idea non era certo originale, molti l’avevano fatto negli anni ’50 giocando sulle atmosfere, ma a rivoluzionare tutto c’era un alieno indicibilmente crudele che riempiva lo schermo con la sua forza e la sua brutalità, quasi come un vilain del cinema classico.

Dopo quaranta anni circa, Scott ripropone il sesto film del franchise, andando a ritroso nella storia. Viene completata la parte antecedente alle avventure del Nostromo, l’astronave protagonista della pellicola del 1979, iniziata con Prometheus. L’idea del regista era completare il significato della saga, dare un senso circolare alla narrazione immettendo elementi per comprendere compiutamente l’intera vicenda. Lo realizza in modo meccanico e forzato, lasciando la sensazione dell’inevitabile, della costruzione narrativa con un unico finale obbligato, una costrizione insomma che toglie pathos ed, in parte, l’interesse.

 

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