Alice attraverso lo specchio. Con gusto.

Il nostro parere

Alice attraverso lo specchio (2016) USA di James Bobin

Il talento visionario di Burton non è riuscito ad abbandonare il mondo di Alice ed ha quindi promosso il suo sequel, affidando però la regia a James Bobin,44enne inglese specializzato soprattutto in opere sui Muppet, le marionette di Jim Henson, che qualcosa hanno in comune con il mondo fatato di Lewis G. Carroll.

La vicenda vede Alice, ormai adulta, divenuta un’audace comandante di navi, che scopre come la madre abbia venduto il vascello del padre all’ex promesso sposo della figlia. Alice si ribella e fugge, attraverso uno specchio magico, nel mondo delle meraviglie dove il Cappellaio Matto è caduto in depressione dopo aver ritrovato un cappello appartenuto al padre, ucciso tempo prima dal Ciciarampa. L’unico modo per far ritrovare il sorriso al Cappellaio è tornare indietro nel tempo, nel giorno in cui il Ciciarampa ha compiuto la sua tragica missione per salvare la famiglia Altocilindro. Il furto della Cronosfera, indispensabile per viaggiare nel tempo, mette a rischio l’intera esistenza del paese delle meraviglie.

Molta parte del mondo oscuro di Burton è stato depotenziato diventando più funzionale ad un film di avventure. Qua e là appaiono momenti dissonanti per ricordarci l’essenza anarchica del regista americano. Ma questo non è un suo film e preferisce scivolare sul versante avventuroso, soprattutto nella seconda parte, con gusto e garbo, ma senza unghie e impennate.

Alice attraverso lo specchio è un buon prodotto, disegnato su un pubblico più smaliziato ma ancora troppo fanciullesco. Normalmente non sarebbe un difetto per un film di Burton, ma lui non è il regista e la favola dark si trasforma troppo presto in una favola e basta.

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