A simple life. Tramontare

Il nostro parere

A simple life (2011) HKG di Ann Hui

Ispirato ad una storia vera, il film racconta della cameriera di un famoso produttore cinematografico. Ah Tao ha servito la famiglia del padrone per tantissimi anni. Quando ha un infarto è l’uomo che comincia ad occuparsi di lei, aiutandola nella casa di riposo e assistendola fino al momento della morte.

Come fare grande cinema senza una vera storia. Questo si potrebbe dire di A simple life, una splendida opera che racconta senza enfasi, senza spettacolarizzazione (e quindi banalizzazione) dei sentimenti e del dolore della vecchiaia. Il rapporto tra Ah Tao e Roger è delicatissimo, vero e forte così come è forte lo sguardo indagatore di Ah Tao (magnifica interpretazione della Yip, premiata giustamente a Venezia) nell’accettare la nuova realtà fatta della solitudine  nella casa di riposo, nella difficoltà di costruire rapporti che poi inevitabilmente si devono spegnere per essere poi ricostruiti. Eppure l’affetto sincero e profondo supera ogni barriera e distanza. Davvero si percepisce che la vita della donna diventa occasione per riflettere sul passaggio che ognuno di noi deve affrontare, ma lo fa con la dignità di chi sa che ha vissuto bene.

Questa pace interiore della donna sorprende durante la visione. Ha rinunciato alla sua vita per Roger come solo una madre sa fare, pur non essendo la madre biologica dell’uomo. Ne è ricompensato da un affetto sconfinato che si esprime attraverso piccoli gesti, attenzioni che mostrano la delicatezza d’animo dell’uomo nei confronti della sua  domestica. Il modo in cui le toglie le scarpe in una delle ultime scene del film è addirittura commovente per la dolcezza del movimento, per la gratitudine di una vita dedicata che non ha prezzo.

D’altro canto Roger non ha nessuno. Quando viene ripreso è quasi sempre solo, viene scambiato per inservienti per il suo tono dimesso, appare come scosso in mezzo alla folla, nonostante sia un uomo ricco e famoso.

Ann Hui dirige splendidamente questo duetto di attori utilizzando toni spenti, notazioni acute sui personaggi di contorno, evitando ogni retorica e cadute di stile in battute infelici o pietiste.

 

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