A quiet place (2018) USA di John Krasinski
Nel 2020 misteriosi alieni hanno invaso la terra. Uccidono le persone grazie ad un udito straordinario. Per questo motivo la famiglia Abbott si è nascosta in una casa isolata, comunicando solo con il linguaggio dei segni imparato grazie alla figlia sordomuta. Il figlio più piccolo viene ucciso dagli alieni e questo strazia tutti, rendendo più difficile il rapporto del padre con i figli. I mostruosi alieni li stanno però braccando, si avvicinano sempre di più per gli inevitabili rumori che ogni tanto sfuggono.
A quiet place è un horror fantascientifico con alcune idee folgoranti e altre di facile ripiego. Nel primo campo rientra di sicuro l’intuizione di costruire un film sul silenzio che è il vero punto originale, forte dell’opera. La descrizione dei rapporti familiari attraverso i semplici sguardi e i gesti in un silenzio raggelante di cui si avverte la forzatura e l’innaturalità, è davvero molto efficace, riuscita, diversa. Altra idea coraggiosa (in barba alle regole non scritte di Hollywood) è la terribile morte del piccolo Abbott ad inizio film. Un incipit del genere scava nelle viscere dello spettatore, turba e colpisce.
Nel secondo campo dobbiamo, invece, annoverare la descrizione dei cattivi alieni, un po’ troppo simile a quanto visto: un po’ Alien, un po’ Predator sono solo mostri senza cuore e stop. Da questo punto di vista gli sceneggiatori hanno dato il minimo.