300: L’alba di un impero (2014) USA di Noam Murro
Il ritorno di Temistocle contro la massiccia invasione da parte delle forze persiane, guidate dall’uomo trasformato in dio, Serse, e da Artemisia, vendicativa comandante della marina persiana.
C’è la sensazione che gli sceneggiatori e il regista Noam Murro si siano seduti e abbiano tirato fuori un elenco di cose che hanno reso popolari 300. Quegli elementi sono tutti presenti in 300: l’alba di un impero, Ma c’è qualcosa che manca: l’energia. Più di ogni altra cosa, questo nuovo film sembra calcolato. In 300 gli aspetti stilistici operavano al servizio della presentazione della narrazione. In quest’opera è il contrario. La trama è costruita per evidenziare le componenti visive e viscerali, ed è per questo che non funziona altrettanto bene.
Parte di 300: l’alba di un impero è un prequel di 300, si svolge nello stesso lasso di tempo e l’atto finale fa avanzare la storia di alcuni mesi. Con la morte di re Leonida era necessario un nuovo eroe: Temistocle, che è accreditato di aver ucciso il re Dario di Persia durante il primo tentativo di invasione della Grecia. Si sente però l’assenza di Gerard Butler perché Sullivan Stapleton è un sostituto fragile. Il personaggio è banale e i suoi discorsi mancano del fuoco e dei discorsi di incoraggiamento di Leonida. Il personaggio più riuscito è Artemisia.
L’estetica visiva del film replica quella di 300, nonostante il cambio di regista, ma il risultato è troppo rumoroso e esagerato. La scena si muove rapidamente da una battaglia all’altra senza preoccuparsi dello sviluppo del personaggio o dell’accuratezza storica. I continui tentativi di questo film di ripercorrere il successo del primo episodio si traducono in una pallida eco piuttosto che in una nuova puntata di un franchise.