10 personaggi del cinema italiano morti nel 2018

Non ci sono solo registi e attori nel cinema italiano da ricordare ogni anno. Ci sono molti personaggi che dietro la macchina da presa, in un ruolo o in un altro, hanno contribuito a rendere noto il nostro cinema, a portare lustro a tutti, talvolta in modo anomalo. Il primo personaggio che ricordiamo è più noto per le sue apparizioni che per la qualità delle interpretazioni. A suo modo è stato un simbolo del nostro cinema, una specie di portafortuna che ha però partecipato a ben 108 film. Nella lista sono entrati due registi. Max Croci era un cinefilo assoluto e un personaggio di grande umanità, come ricordano tutti i suoi amici e coloro che hanno avuto modo di conoscerlo. Carlo Vanzina ha rappresentato un’epoca e non poteva essere dimenticato.

10 Jimmy il fenomeno (1932–2018) pseudonimo di Luigi Origene Soffrano. Attore caratterista, non ha mai ricoperto ruoli da protagonista: è ricordato per il viso dall’espressione inconfondibile, lo sguardo strabico, la parlata dialettale e la sconclusionata risata. Il nome d’arte Jimmy il Fenomeno gli viene suggerito dalla produttrice Vania Protti quando viene ingaggiato per un musicarello. Dal 1957, in quasi 50 anni di carriera, grazie anche alla fama di portafortuna, ha partecipato a oltre 150 film, partendo da quelli interpretati da Totò e Aldo Fabrizi per arrivare alla commedia sexy all’italiana. Negli anni 80 sbarca in televisione, a Drive In.

9   Gino Santercole (1940-2018) Musicista, scrive alcune tra le più celebri e significative canzoni della musica italiana, come Una carezza in un pugno, Svalutation. Compone anche colonne sonore, oltre a partecipare spesso in quelle di Celentano: un particolare successo riscuote Such a cold night tonight, inclusa nel film e nel disco Yuppi du. Un ottimo consenso di critica ottiene anche la sua colonna sonora del film Segni particolari: bellissimo (1982). Dopo alcune partecipazioni in vari musicarelli, con Serafino di Pietro Germi incomincia, nel 1969, la carriera di attore. Nel suo percorso di attore, Santercole lavora con registi come Pietro Germi, Dino Risi, Giuliano Montaldo, Luigi Comencini, Luciano Salce, Mario Monicelli e altri in ruoli principali e secondari.

Barbara Mastroianni (1951-2018) Figlia di Marcello, dagli anni Settanta ha cominciato ad interessarsi al design e alla realizzazione di costumi teatrali e cinematografici.  Le prime esperienze le ha fatte con Mauro Bolognini, collaborando con Gabriella Pescucci nei film “Per le antiche scale” e “L’eredità Ferramonti”; come aiuto-costumista ha collaborato con la RAI per le “Mani Sporche” di Sartre. Conosce la costumista Vera Marzot, che la chiama a collaborare in due spettacoli di  Ronconi: un’opera di Ibsen per la RAI e “L’uccellino azzurro” per il teatro Valli di Reggio Emilia.  Attraverso lei ha modo di collaborare con la sartoria di Umberto Tirelli, la più famosa sartoria teatrale italiana.  Successivamente collabora, come assistente–costumista, in alcuni film del regista Elio Petri. Nel 1983 Maurizio Millenotti la chiama, come aiuto-costumista, nel film di Fellini “E la nave va”; con Gabriella Pescucci collabora nuovamente ne “Il mondo nuovo” di Scola.

7 Elena Ricci Poccetto (1941-2018) Figlia di Leonardo Ricci, architetto attivo nel novecento, compagna del regista Pino Passalacqua, è la madre dell’attrice Elena Sofia Ricci. Scenografa tra le prime donne in Italia, si forma come autodidatta lavorando nello studio paterno. Ha curato le scenografie, tra le altre, di Testa o croce e Mi manda Picone, entrambi per la regia di Nanny Loy

Max Croci (1968-2018) Illustratore e art director, passa alla regia realizzando nel 1995 il cortometraggio, Queen Be. Il colore dei cartoni animati di Tex Avery, le citazioni al cinema hollywoodiano classico sono gli ingredienti di Rosso Tigre, secondo cortometraggio. Con Volevo sapere sull’amore, del 2004, vince numerosi premi tra cui il premio del pubblico a Berlino (Interfilm). Dal 2003 è autore e regista di diverse produzioni per Sky Italia, come il Dizionario del cinema alcuni documentari (tra cui L’Italia dei generi e Italia 70, il cinema a mano armata con Umberto Lenzi) e numerosi speciali. Nel 2007 firma, con Lucio Pellegrini, la sit-com per Italia 1 La strana coppia con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, ispirata al classico di Neil Simon. Nel 2009 dirige il noir Lacrime nere. Realizza poi il documentario Moana, magnifica ossessione. Screwdriver è un ritorno alla black comedy. Il film vince a “Cortinametraggio” il premio come miglior corto. Maurizio Crozza è il protagonista di Soltanto uno scherzo, cortometraggio tratto da un racconto di Antonio Amore. Il 2012 è anche l’anno di Countdown, corto interpretato da Carla Signoris e Ambra Angiolini. Le due attrici si aggiudicano il Nastro D’Argento 2012 per la miglior interpretazione femminile. Nel 2013 dirige La fuga, un dramma carcerario con lo stesso premio per le interpretazioni di Lunetta Savino e Alessandro Roja. Nel 2015 gira il cortometraggio Era bellissima, con Ambra Angiolini e Corrado Fortuna. Il primo lungometraggio è una commedia romantica dal titolo Poli opposti (2015). Nel 2016 esce Al posto tuo. Nel 2017 viene distribuito il terzo lungometraggio La verità, vi spiego, sull’amore, commedia tratta dal libro omonimo e dal Blog di Enrica Tesio Ti asmo. Apprezzato da tutti per la cultura cinematografica e la grande personalità muore a 50 anni per un tumore.


5   Iaia Fiastri (1934-2018) Iniziò a scrivere per il cinema nel 1964, collaborando alla sceneggiatura del film L’idea fissa di Mino Guerrini e Gianni Puccini: proseguì quindi la sua attività con Il marito è mio e l’ammazzo quando mi pare di Pasquale Festa Campanile e Vedo nudo di Dino Risi. Nel 1969 venne chiamata da Garinei e Giovannini alla stesura della commedia musicale Angeli in bandiera. Nel 1975 scrisse due canzoni inedite per Caterina Caselli per lo show televisivo Una grande emozione e i testi dello spettacolo televisivo: Innamorata dappertutto e La calzetta. La collaborazione fra la Fiastri e il duo Garinei e Giovannini proseguirà ininterrottamente per trent’anni, con alcune delle più famose commedie musicali italiane come Angeli in bandiera, Aggiungi un posto a tavola, Alleluja brava gente e Taxi a due piazze. Al cinema ha collaborato, tra l’altro, alle sceneggiature di Mamma Ebe, Dimenticare Venezia, Pane e Cioccolata.

4   Stelvio Cipriani (1937-2018) Conseguito il diploma presso il Conservatorio Santa Cecilia si guadagnò da vivere lavorando come accompagnatore di cantanti di musica leggera come Rita Pavone e Peppino Di Capri. Dopo alcuni anni si trasferì per un breve periodo negli Stati Uniti per perfezionarsi nella musica jazz. Ritornato in Italia iniziò a comporre colonne sonore (specialmente per film polizieschi); ne scrisse oltre duecento lavorando tra gli altri con Steno, Mario Bava, Lucio Fulci, Carlo Lizzani, Stelvio Massi, Dino Risi. Gli diedero una notevole popolarità le musiche per Anonimo veneziano e La polizia ringrazia, rispettivamente di e con Enrico Maria Salerno. Compose anche la colonna sonora del primo film di James Cameron Piraña paura.


Giovanni Di Clemente (1948-2018) Iniziò l’attività di produttore nei primi anni settanta. Realizzò film di diversi generi, dal cinema popolare a film d’autore, producendo diverse opere di Mario Monicelli, Luigi Magni, Nanni Loy e Michele Placido. Per il film di Monicelli Speriamo che sia femmina vinse nel 1986 i David di Donatello come miglior produttore e per il miglior film. Si aggiudicò anche, nel 1996, un David speciale alla carriera per il contributo dato al mondo del cinema italiano. Dagli anni novanta in poi fu attivo nella produzione di fiction e miniserie televisive; dal 1991 anche nella distribuzione cinematografica con la società C.D.I. Compagnia Distribuzione Internazionale. Tra i film prodotti vale la pena citare Fatti di gente perbene, Delitto a Porta Romana, Segni particolari bellissimo, I picari, Parenti serpenti, Del perduto amore, Un uomo perbene.

Carlo Vanzina (1951-2018) Figlio del regista e sceneggiatore Steno, dopo un apprendistato con Monicelli, con il padre Steno e con Sordi, ha formato con il fratello maggiore Enrico un’affiatatissima coppia di cineasti di grande versatilità ed efficienza produttiva. Dopo il suo debutto dietro la macchina da presa nel 1976 con Luna di miele in tre, ha realizzato in 40 anni 60 film per il grande schermo, firmando alcuni dei maggiori successi del cinema italiano degli anni ottanta e novanta. I suoi primi successi sono giunti con Diego Abatantuono (Eccezzziunale… veramente e Viuuulentemente mia, entrambi del 1982), seguiti subito dopo dal lancio di uno spensierato sottogenere vacanziero-nostalgico con Sapore di mare (1983). Sempre in tema di rispolveramento di modelli, ha poi rivitalizzato abilmente il film a episodi con comici di provenienza televisiva con Vacanze di Natale (1983) e Yuppies – I giovani di successo (1986), una formula che è stata la migliore garanzia della sua fortuna cinematografica anche in seguito, con Sognando la California (1992), S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa (1994) e A spasso nel tempo (1996), cui è seguito A spasso nel tempo – L’avventura continua (1997). Meno incisivo quando ha provato a rivisitare altri generi come il noir (Sotto il vestito niente, 1985), l’avventura in costume (La partita, 1988), il poliziesco (Tre colonne in cronaca, 1990) e la commedia meno farsesca (Io no spik inglish, 1995). Nel 2001 sono usciti E adesso sesso e South Kensington, l’anno successivo è stata la volta di Febbre da cavallo – La mandrakata, atteso seguito del film quasi omonimo (Febbre da cavallo), diretto nel 1976 dal padre. Nel 2003 è uscito Il pranzo della domenica e nel 2004 In questo mondo di ladri. Nel 2005 ha diretto Il ritorno del Monnezza, un omaggio ai film polizieschi interpretati da Tomas Milian; nel 2006 sono usciti Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me e Olé; nel 2007 2061 – Un anno eccezionale.

Folco Quilici (1930-2018) Dopo aver incominciato un’attività di tipo cineamatoriale, si è specializzato in riprese sottomarine, diventando molto popolare anche al di fuori dei confini nazionali.Nel 2006, la rivista Forbes lo ha inserito tra le cento firme più influenti del mondo grazie ai suoi film e ai suoi libri sull’ambiente e sulle culture. Nel 2008 gli è stato consegnato il Premio “La Navicella d’Oro”, conferitogli dalla Società Geografica Italiana.
Dal 1954 in poi ha pubblicato, in Italia e all’estero, numerose opere di saggistica e narrativa, collaborando anche con numerose testate giornalistiche. I suoi film dedicati al rapporto tra uomo e mare sono stati distribuiti in tutto il mondo. Tra di essi i seguenti hanno ricevuto riconoscimenti importanti: Sesto continente (Premio speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), Ultimo paradiso (Orso d’argento al Festival di Berlino del 1956), Tikoyo e il suo pescecane (Premio UNESCO per la Cultura del 1961), Oceano (Premio speciale Festival di Taormina del 1971 e David di Donatello 1972), Fratello mare (Primo Premio al Festival Internazionale del Cinema Marino, Cartagena, 1974) e Cacciatori di navi, 1991 (Premio Umbria Fiction, 1992). Nel 1965 la Esso gli affidò la realizzazione di una serie di film sull’Italia filmata dall’alto mediante l’elicottero: nel periodo che va dal 1966 al 1978 furono realizzati 14 di tali documentari, tutti aventi come titolo L’Italia vista dal cielo. I commenti dei filmati furono affidati a importanti letterati e storici d’arte dell’epoca come Leonardo Sciascia, Giovanni Comisso, Cesare Brandi, Mario Praz, Italo Calvino, Guido Piovene, Michele Prisco, Ignazio Silone e Mario Soldati. Altri suoi film apprezzati nei cinema, e non solo in Italia, furono: Dagli Appennini alle Ande (1959), che vinse la “Concha de plata” al Festival Internazionale di San Sebastian; Il dio sotto la pelle del 1974. Tra i suoi film di medio metraggio di particolare impegno, furono presentati fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia: Paul Gauguin (1957) e L’angelo e la sirena (1980). Nel 1976, chiamato da Dino De Laurentiis, collaborò alla realizzazione delle riprese subacquee nel film di Michael Anderson L’orca assassina: il testo fu scritto da Luciano Vincenzoni, che in molte occasioni avrebbe ricordato l’apporto di Quilici come determinante per la riuscita delle riprese. Da ricordare inoltre Botticelli, una nuova primavera (1982). Nel 1970 ha prodotto Firenze 1000 giorni, sull’alluvione del 1967. Folco Quilici ebbe la candidatura all’Oscar nel 1971 per Toscana, uno dei quattordici film de L’Italia vista dal cielo. Nel 2000, per la rete televisiva franco-tedesca Arté ha prodotto e diretto i lungometraggi Kolossal (1999/2000) e Il mondo di Pinocchio (2002). Nel 2004, per l’istituto Luce, firmò il lungometraggio L’impero di marmo (premiato al Festival Internazionale del Cinema Archeologico Agon, Grecia, nel 2006) e il film-documentario L’ultimo volo (Premio Acqui Storia 2010). Successivamente diresse Lazio – Paesaggio e storia (Premio Bellezze d’Italia 2012). L’attività di Folco Quilici, nel campo del cinema culturale, ha trovato, in Italia e all’estero, vasto spazio in programmi televisivi in più puntate. Per i tredici film della Serie Mediterraneo e gli otto di L’uomo europeo Quilici ebbe al suo fianco lo storico Fernand Braudel e l’antropologo Claude Lévi-Strauss. Con l’archeologo Sabatino Moscati, Quilici realizzò due serie dedicate all’archeologia subacquea Mare museo 1988/1992 e Fenici, sulle rotte di porpora (1987/1988). Produsse con l’archeologo George Vallet I greci d’occidente (1989). Dal 1992 al 1999 diresse L’Italia del XX secolo, 65 film su testi degli storici De Felice, Castronovo e Scoppola. Per il suo impegno nella Tv culturale vinse numerosi premi internazionali; inoltre per gli otto film de L’alba dell’uomo (1973/1974) vinse il Premio nazionale della critica televisiva nel 1975. Nel 1995 gli venne assegnata la Targa d’oro europea del cinema storico-culturale.

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